l borgo di Radicondoli si presenta ancora oggi compreso entro i resti delle sue antiche mura, dalle quali si aprivano anticamente le tre porte che consentivano l'accesso alla città.
Delle tre antiche porte oggi è possibile vederne soltanto una, la "Porta a Olla" che conserva ancora alcuni elementi della sua costruzione originaria quali l'arco a tutto sesto che la sormonta e i beccatelli.
L'impianto urbano si sviluppa ai lati di un'asse viario principale sul quale si affacciano gli edifici cittadini più significativi, quali la Collegiata e la Chiesa del monastero di Santa Caterina della Rota.
All'interno di quest'ultima è possibile ammirare delle splendide rifiniture in stile barocco.
La Collegiata venne costruita nel Cinquecento e dotata di un campanile, edificato sui ruderi di una torre medievale. La Collegiata conserva al suo interno opere di notevole pregio tra le quali una "Natività di Gesù" e "Morte della Vergine" entrambe dipinte da Alessandro Casolari (1552-1607), una

"Madonna col Bambino" visionabile all'interno della cappella sinistra che fu dipinta da Niccolò di ser Sozzo e infine al secondo altare destro una "Natività e Santi" opera di Pietro di Domenico.
Castello di Fosini
Il Castello di Fosini si erge nel comune di Radicondoli (SI), ma è geograficamente parte del territorio di Castelnuovo Val di Cecina (PI) essendo situato alle sorgenti del torrente Pavone di fronte alla "Cornata di Gerfalco".
Le prime testimonianze del castello di Fosini risalgono alla metà del XII secolo, e testimoniano il suo inserimento nei possedimenti dei vescovi di Volterra. Successivamente fu feudo della famiglia dei Pannocchieschi, conti del vicino castello di Elci. In seguito entrò nell'ambito della sovranità senese, probabilmente sotto il dominio dei conti d'Elci.
Il castello ha una sagoma quadrangolare disposta attorno ad un cortile centrale. I lati sud e ovest molto rimaneggiati, sono in muratura rustica a pietra e mattoni.

Il lato nord ovest è meglio conservato, con base a scarpa e numerose feritoie al piano inferiore.
L'interno non è visitabile, chiuso all'accesso da lastre di ferro per evitare l'accesso. Vandali e incuria, negli anni, hanno arrecato gravi danni alla struttura. Dalla torre principale si dominerebbe la valle del Pavone, immersa in un fittissimo bosco. Ci si puo' comunque affacciare a un vicino belvedere e godere del suggestivo panorama.
Tutta l'area è inserita nella riserva naturale delle cornate e Fosini per gestire conservazione degli ecosistemi e promozione di attività produttive sostenibili quest'area verde che costituisce un autentico paradiso ambientale.
La presenza di pareti rocciose offre un luogo ideale per la nidificazione dei rapaci come il falco pellegrino, e il falco lanario. Nei boschi sono presenti il Capriolo, il Daino, l'istrice, la donnola, la puzzola e la faina. La vegetazione presenta specie rare come la viola etrusca.
Di Fosini ha anche il suo fantasma. Una leggenda legata al 'morbo oscuro' che colpì il centro Italia nel 300 narra che, ii pochi mesi al castello restò in vita solo Ilario Brandani, con la fama essere un negromante e conoscitore di antiche formule per evocare i morti. Rimase chiuso, per anni, da solo all'interno di Fòsini, con decine di cadaveri ed il silenzio come unici compagni.
Le misteriose e ripetute chiusure della rocca rendono affascinante la leggenda che circola tra gli anziani del posto: lo spettro del Brandani si aggira ancora per le stanze abbandonate e coloro che lo vedono sono condannati ad essere dei non-morti.
Teatro Comunale "Risorti"
Ubicato nel centro storico del paese di Radicondoli, l'edificio che ospita il Teatro "Risorti" fu donato all'Amministrazione Comunale all'inizio degli anni '20 del secolo scorso dalla famiglia Crocchi, a quel tempo proprietaria dell'immobile. Già prima della suddetta donazione l'edificio era sede di rappresentazioni culturali di vario genere. Una volta passato sotto la gestione comunale il suo utilizzo non fu modificato e continuò a ospitare spettacoli sia lirici che di prosa.
Vengono inoltre ricordate operette, rappresentazioni musicali varie e soprattutto molti concerti tenuti dalla Banda Comunale, della quale il Teatro "Risorti" ne era anche la sede.
Tutto questo avveniva nei trent'anni che vanno dal 1920 fino agli inizi del 1950: si tratta quindi di un'attività culturale che non cessò nemmeno durante gli anni della II guerra mondiale.
Da questo periodo in poi il teatro subì un graduale mutamento del suo indirizzo. Lentamente divenne infatti sede quasi esclusiva del cinematografo del paese e sporadicamente venne adibito a sala da ballo per le feste paesane e a luogo di ritrovo per le assemblee pubbliche.
Il Teatro "Risorti" fu definitivamente chiuso al pubblico alla fine degli anni '80, dopo che già da un decennio la sua utilizzazione era sensibilmente decresciuta.
Nel 1999 furono intrapresi i lavori di restauro dell'ambiente che negli ultimi anni aveva subito delle consistenti trasformazioni.
Ad oggi la ristrutturazione è stata ultimata e l'edificio presenta le forme tipiche del teatro all'italiana, in grado di ospitare 98 posti a sedere e, nonostante le sue piccole dimensioni, può essere utilizzato per spettacoli in prosa, lirici, per concerti e incontri culturali.